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Il nuovo Piano Sanitario Nazionale in dodici mosse

Il ministro della Salute, ha presentato l’ultima versione del Piano sanitario nazionale 2011-2013, approvato anche dalla Conferenza Stato-Regioni.

In tutto, 12 azioni: dalla prevenzione agli investimenti.

Il Piano è “l’elemento di garanzia” per l’applicazione uniforme dei Lea e dà indicazioni precise anche sugli obiettivi di salute, a partire dalla domanda crescente di assistenza al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento dei malati cronici, in un regime di scarse risorse economiche.

La sostenibilità va garantita attraverso un “sistema di governance multilivello capace di assicurare un costante equilibrio tra il sistema delle prestazioni e quello dei finanziamenti”.
Senza dimenticare le criticità: inappropriatezza di talune prestazioni ospedaliere e del livello territoriale; lunghe liste d’attesa; ingiustificato livello di spesa farmaceutica per abitante di alcune regioni.
E un nuovo allarme: dopo l’atavica carenza di infermieri, oggi si registra anche quella dei medici dirigenti.
Previsti anche specifici interventi per il monitoraggio dei Lea.Il Piano prevede pure strumenti per un’attenta valutazione delle strategie e degli obiettivi inseguiti.

I sistemi nazionali e regionali andranno misurati in termini di qualità, appropriatezza, efficienza e sostenibilità economica e anche l’auspicato federalismo ci sarà solo senza disuguaglianze.
Un’attenzione particolare andrà alla prevenzione e alla guerra a fumo, alcool, alimentazione scorretta e obesità.La bozza del nuovo Piano sanitario riconosce centralità alle cure primarie e affida loro sei obiettivi: promuovere il benessere e affrontare il principale problemi di salute delle comunità; prendere in carico globalmente i pazienti; favorire la continuità assistenziale; valutare gli esiti di salute generata; concorrere i processi di governo della domanda tramite il medico di base.

La medicina di laboratorio e la riabilitazione hanno un rilievo particolare tra le “azioni” programmate.
In particolare la seconda prevede un percorso unico riabilitativo, con la presa incarico globale del paziente, garantendogli continuità nelle cure fuori dall’ospedale; una struttura sempre più da ammodernare con nuovi investimenti.

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