Infermiere di famiglia e di comunità come professionista pivot per l’assistenza, la coesione sociale e il contrasto alle disuguaglianze di salute nelle zone montane e le isole, le cosiddette “aree interne” per le quali il disegno di legge di bilancio 2020 ha previsto un finanziamento extra di 60 milioni per il 2020 e di 70 milioni per ciascuno degli anni successivi che si aggiungono al Fondo attuale.
Per consentirlo, è necessario che la presenza di questo nuovo modello di assistenza sia introdotto in modo omogeneo nel Patto per la salute che le Regioni stanno disegnando con il ministero della Salute.
Collaborazione attiva degli infermieri nella predisposizione della legge quadro sull’autonomia differenziata che farà da base e da bussola alla richiesta giunta ormai da molte Regioni.
Piena condivisione su questi temi tra la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), rappresentata dalla vicepresidente Ausilia Pulimeno e dal portavoce Tonino Aceti e Francesco Rana, Capo Gabinetto del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie durante un incontro che ha avuto come argomenti i principali temi all’ordine del giorno della FNOPI in cui sono direttamente coinvolte le Regioni.
Per quanto riguarda le “aree interne”, si tratta della cura di oltre un terzo del territorio italiano (le zone montane coprono il 35,2% e le isole l’1% della Penisola) e la collaborazione tra infermieri di famiglia e di comunità sul territorio e Dipartimento degli Affari regionali per una maggiore attenzione – sociale e di cura – e sostegno in quelle zone che oggi spesso vengono spopolate perché prive proprio di supporti sociali e più in generale di servizi pubblici. Argomento che il Capo Gabinetto degli Affari regionali ha giudicato rilevante, offrendo disponibilità ad un percorso di collaborazione.
E per farlo è importante che nel Patto per la salute sia presente la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, così come già lo è in molte Regioni italiane e come è stato disegnato a livello internazionale, Oms in testa.
Poi l’autonomia differenziata.
Rana ha esplicitamente chiesto alla FNOPI di dare un supporto attivo al ministero nella predisposizione della legge quadro – proposta condivisa dalla FNOPI che ha sottolineato l’importanza di garantire universalità, solidarietà ed equità nell’assistenza