“Quella sulla responsabilità professionale – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale della Federazione IPASVI, l’approvazione alla Camera del disegno di legge sulla responsabilità professionale – è una legge importantissima perché prima di tutto ristabilisce un percorso in cui non saranno più avvocati e tribunali la ‘guida’ dei pazienti, ma una ritrovata serenità nel loro rapporto con i professionisti sanitari, definendo con chiarezza quando i professionisti non sono imputabili per colpa grave e come vanno risolte le controversie.
Ma lo anche perché riconosce l’assoluta trasversalità della rilevanza dei compiti e delle azioni di tutte le professioni impegnate nell’assistenza e per soddisfare i bisogni dei pazienti. Non dimentichiamo, infatti, che seppure è nell’uso comune associare la legge alla sola responsabilità del medico, il Parlamento, cui va riconosciuto il merito di aver abbattuto un muro che ormai impediva la conversione delle norme da almeno quindici anni e che come Federazione degli infermieri ringraziamo, ha aggiustato il tiro e la legge è sulla sicurezza delle cure e della persona assistita prima di tutto e sulla ‘responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie’ nel loro complesso”.
“Per quanto riguarda le professioni sanitarie – aggiunge Mangiacavalli -, va un ulteriore ringraziamento al Parlamento e ai relatori del provvedimento di Senato e Camera, per aver introdotto alcuni principi che l’Ipasvi aveva chiesto durante l’iter della legge. Il primo è che le buone pratiche clinico-assistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida cui tutti dovranno attenersi per non incorrere nei profili della responsabilità, saranno elaborate dalle istituzioni, dalle società scientifiche, ma anche dalle associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie. Il secondo è che l’autorità giudiziaria dovrà affidare sempre la consulenza e la perizia a un collegio costituito da un medico specializzato in medicina legale, ma anche a uno o più specialisti con specifica e pratica conoscenza dell’oggetto del procedimento. E ci si riferisce esplicitamente a tutte le professioni sanitarie che quindi potranno far parte a tutti gli effetti dei Ctu”.
“Passi importantissimi poi – prosegue -, anche se tutta le legge lo è, sono l’assicurazione obbligatoria e il tentativo anch’esso obbligatorio di conciliazione, i limiti alla rivalsa e il meccanismo di trasparenza degli atti sanitari. Un punto chiave in questo senso è anche la previsione che al difensore civico sia attribuita la funzione di garante del diritto alla salute, che questo sia interpellabile direttamente dai pazienti e che si istituiscano i centri regionali per la gestione del rischio sanitario in cui sono raccolti i dati delle strutture sugli errori per convogliarli all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanità che sarà istituito all’Agenas. Questo testo riconosce alle professioni sanitarie quel livello di responsabilità che negli ultimi tempi anche la Magistratura spesso ci attribuisce. Bisogna lavorare nel rispetto dei ruoli, della dignità professionale e dei contenuti. Lavorare in maniera sicura e appropriata e per farlo la cornice è anche quella dell’importantissimo capitolo che la legge dedica al tema della responsabilità”.
“Ora – conclude la presidente Ipasvi -, come anche sottolineato dalla stessa Beatrice Lorenzin, il prossimo passo che ci auguriamo sia fatto in tutta fretta è quello dell’approvazione del Ddl che porta il nome del ministro e che contiene il riordino degli Ordini professionali, in attesa ormai da oltre dieci anni. Ci auguriamo possa essere approvato rapidamente alla Camera, completando anche l’opera di riorganizzazione delle professioni sanitarie che, come ha sottolineato il ministro, ha fatto passi da gigante con il nuovo Patto per la salute, i nuovi Lea e ora con la legge sulla responsabilità professionale”.